martedì 31 agosto 2010

silenzi

Danno poi la sensazione di ingombro e sembri un bimbo disadattato che non vuole farsi vedere dalla maestra.
Come chi per davvero tace, che siamo portati a farlo perché sorvegliati da sbirri nazisti, perché siamo ebrei deconcentrati, non ancora fuori da Dachau e Auschwitz.
Il silenzio dell'egoismo, del nostro narcisismo esasperato, che come i gatti crediamo di essere soli, cadiamo dal quarto piano sulle zampe, anche se non lo vorremmo, del tutto.
Il silenzio, della città di periferia alle 5 del mattino, siamo.
Il contrario di panettieri e pasticceri. e l'esasperazione

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